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Abbiamo, infine, alcune prove archeologiche di gran valore probatorio. Non sono numerose, purtroppo, tali prove, perché la limitatissima disponibilità di mezzi non ha consentito ancora di fare scavi e ricerche. Esse son venute fuori così, a caso, durante lavori agricoli, o in occasione di costruzione di case coloniche.
Dall’opera più volte citata dello storico Iannacchini trascrivo (Lib. XIII, cap. I, pag. 52 e seg.): « In quel di Anzano se ne hanno assai di più (di lapidi antiche), ma qui ne segno una solamente: DM / MANDORINO / SIL-VESTRO / B. PATRI SUO / BENEMERENTI / FECIT. «... Ed ecco una delle lapidi la più importante fra le segnate 24 testé e che si è nella prima delle terre or ora mentovate (Anzano) ed è delle pubbliche:
TI. CLAUDIO. TI. FIL. COR / BITHINICO /
QUAEST. IIVIR. AED. IIVIR PERMISSU
IMP. CAES. TRAIANI ,’ HADRIANI. AUG, VIAM
PER / PASSUUM DUUM MILLIUM /
EUNTIBUS IN APULIAM.»
Nella conosciutissima zona di «Pila Romana», o S. Maria e S. Pietro d’Olivola, tra Anzano di Puglia, S. Agata di Puglia ed Ascoli Satriano, son venute alla luce e vi si trovano tuttora questi reperti:
1) Nei pressi della « masseria » Simone Antonio un grosso masso d’un sol pezzo, probabilmente base di mastodontica colonna di qualche tempio antichissimo; è alto m. 1,25 ed è largo cm. 60 x 60 (alla base) e cm. 50 x 50 (nel corpo); lo riproduco alla meglio:
Sul lato del prospetto sono ricavati:
In alto, due fregi rotondi con scanalature al centro di questi, un terzo fregio più grande, rotondo;
Più sotto v’è un’iscrizione latina, non decifrabile a causa dell’abrasione:
…VIV…
…PR…AE…