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Piace riportare qui i versi di Orazio, come risultano nella Sat. 5 del Lib. I. Egli, partito da Roma, il 20 a.C., lungo la via Appia raggiunge Ariccia, Terracina (dove lo raggiungono Mecenate, Cocceio e Capitone Fonteio), Fondi, Sessa, Capua, Benevento...:
«Incipit ex illo (da Benevento) montes Apulia notos
«ostentare mihi, quos torret Atabulus et quos
«numquam erepsemus, nisi nos vicina Trivici
«villa recepisset lacrimoso non sine fumo,
« udos cum foliis ramos urente camino.
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«Quattuor hinc (da Anzano) rapimur viginti et milia raedis,
«mansuri oppidulo, quod versu dicere non est,
«signis perfacilest: venit vilissima rerum
«hic aqua, sed panis longe pulcherrimus, ultra
«callidus ut soleat umeris portare viator,
« nam Canusi lapidosus »...
(Traduzione, per chi non conosce il latino:
Partiti di là (da Benevento) (1), la Puglia incomincia a mostrarmi i monti
a me noti, che lo scirocco abbrustolisce e che noi non avremmo
arrampicato giammai, se non ci avesse albergato nelle vicinanze di Trevico
una villa - casa di campagna – non senza lacrimoso fumo,
giacché il camino vi bruciava rami bagnati con foglie
...Di là siamo trasportati con cocchi per ventiquattro miglia,
per andarci poi a fermare ad un borgo che
non è possibile indicare col verso, ma facile con segni:
l’acqua che di tutte le cose è l’unica senza prezzo, qui si vende, ma il
pane è di tal buona qualità che ogni viandante accorto usi
portarne con se sulle spalle, poiché a Canosa è duro come i sassi... ecc. ecc.).
1) Si noti: quell’«ex illo» dice « allontanamento » da Benevento e non che già da Benevento il poeta può osservare i monti a lui noti... Il senso vero, quindi, è questo: Allontanatici di là, da Benevento (di molte miglia!), la Puglia incomincia a mostrarmi ecc. ecc.
Ritorniamo a Mons. Iannacchini.
A proposito di Anzano - è questo che principalmente interessa qui - egli scrive (Lib. XI, cap. II, pag. 189 e seg.): ...«E qui viene in taglio trascrivere dal Commentario XX del 1841 del Guarino una epigrafe scritta nel greco antico, trovata in Anzano dei Frentani, oggi Lanciano». E trascrive l’epigrafe, alquanto diversa da come noi l’abbiamo trascritta direttamente dallo stesso Guarino, del Commentario XVI del 1831. Poi aggiunge: « Questa lapide ricorda la guerra marsica o sociale, quando i diversi popoli e città dei Frentani, a perennarne la memoria, eressero un’ara a Giove Eleuterio. Ebbene in essa fra gli altri popoli e città entrati nella lega sono nominati gli Ansani, i Pollani, gli Ansanti, nonché Bicia, Romulea, Ortona, Aterno, Farento e simili.
«Dietro tali premesse, ecco come la penso: se un Ansano fuvvi nei Frentani, un secondo tra i Salentini ed un terzo negli Irpini, se fuvvi una Romulea nei Frentani ed una seconda negli Irpini...,