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oltre quelli dei Frentani e dei Salentini. Invece non è affatto necessario ammetterne un terzo: Anzano di cui egli e noi si parla è proprio l’Anzano dei Frentani, nè quello dei Salentini (Gallipoli) è stato mai Anzano, essendo stato, tutt’al più, Anxia. V’è, dunque, un unico e solo Anzano nel Meridione d’Italia!
2) Scrive ancora: «... ognun vede come verso il mille e di poi esisteva una terra chiamata Anzano, in queste parti... L’odierno Anzano è surto di recente sulle rovine dell’antico...».
E’ questo che anch’io sto sostenendo, precisando, da parte mia, che « l’antico » Anzano è proprio- quello dei Frentani, che si trovava, come meglio vedremo, sulla « serra » presso S. Pietro e S. Maria d’Olivola.
3) Tutto quello che l’illustre storico dice in questo capitolo smentisce - sembrerebbe - quello che ha detto prima. Ma non è così, come ho già accennato: egli prima ha. riportato l’epigrafe del Guarino, con l’inciso «oggi Lanciano», e, non pienamente convinto della cosa, ha messo innanzi. la obiezione di « Ansanto » rispondendovi in modo impossibile, assurdo.
In conclusione, per quanto ci riguarda, il pensiero dell’illustre storico è questo: è accertato che «l’odierno Anzano è surto di recente sulle rovine dell’antico», …; non avendo avuto tempo, forse, o modo di smentire l’inciso trovato in Guarino a proposito dell’Ansano dei Frentani («ora Lanciano»), più che accettare quell’inciso, mostra di rigettarlo col mettere innanzi il problema di Ansanto, così come lo stesso Guarino aveva fatto per Romulea.
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Affrontiamo ora alcune difficoltà apparentemente più consistenti, quelle che emergono dalla lettura dell’opera di Lorenzo Giustiniani « Dizionario geografico-ragionsto del Regno di Napoli » - 1797:
1) Nel « Tomo I » parla del nostro Anzano così:
« Ansano, Anzano, villaggio della città di Trevico, in provincia di Principato Ultra. E’ situato sopra un colle ad occidente di detta città ed alla distanza di 6 miglia da essa. Si vorrebbe da alcuni che fosse appunto la Villa Trivici di Orazio... ma non se ne può avere alcuna sicurezza... Mi è stato avvisato di esservisi ritrovato ultimamente un ceppo sepolcrale di Messenio Osco... Appartiene in feudo alla mensa vescovile di Trevico ».
Nulla da eccepire a quanto detto finora, all’infuori del fatto che Anzano si trova decisamente ad oriente e non ad occidente di Trevico e che, più che su di un colle, è in una convalle!
2) A proposito dei Frentani scrive:
«I Frentani, dei quali scrive Strabone Frentanoi Sanniticon ednos, Frentani gens Sannitica, in Appiano si nominano Ferentani per isbaglio forse degli amanuensi». Plinio descrive questi popoli colle seguenti parole: «Quarta regio vel fortissimarum Italiae ecc. ecc. (cfr. pag. 23) ». E’ molto astruso, dice, indagare i limiti di questo territorio, anche perché secondo le varie occasioni si estesero e si restrinsero. Dal fiume Aterno al Frentone, oggi Fortore, si assegna loro l’estensione di 80 miglia, ma poi si costituirono per confine il Tiferno, oggi Biferno ». Parla, poi, di confini molto diversi fra loro, a seconda delle diversità di opinioni degli storici; nomina, quindi, le città principali, senza dare di esse nessuna notizia precisa.
Del brano innanzi riportato a noi piace sottolineare due cose: che i Frentani sono gente Sannitica e che i confini al nord vanno al massimo al fiume Biferno.
3) A proposito di Lanciano (Tomo V) scrive:
«L’origine di questa città si ripete dall’antica Anxia o Anxa, nominata da Plinio, il quale per distinguerla dall’Anxa dei Salentini, vi pose l’aggiunto Frentanorum. Quindi i suoi abitanti furono detti Anxani, Anxidui, Anxiates. Coll’andar del tempo il nome gentile divenne nome della città istessa, e quindi non più Anxa fu detta, ma Anxanum, ed Anxianum, e poi Ansanum, o Ancianum, alla qual voce avendo unito l’articolo lo la scrissero Lancianum. Cosi l’erudito Filippo Cluverio: Primum igitur ab Ortona haud ita procul Sagri laevae est-Anxanum oppidum vulgo nunc l’Anciano et l’Arnzano, sed articulum istum lo iamdudum incolse nomini oppidi conglutinarunt, ut Lanciano et Laezano dicant et scribant.