Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

b) la «serra di Anzano», attualmente detta pure, oggi, «serra del terremoto», si riferisce appunto all’antica ubicazione di Anzano (o Anxanum Frentanorum): nel 1086 non dovevano essere ancora avvenuti nè il rinvenimento della statua della Madonna, nè la distruzione (per terremoto) dell’antica Anzano; una volta successi questi due fatti, cioè il rinvenimento della statua e la distruzione completa per terremoto di Anzano, quella che era la «serra di Anzano» (cioè il posto collinare su cui sorgeva Anzano) fu detta, ed è chiamata tuttora, serra del terremoto.
2) Il 10 novembre 1131, Riccardo, signore di S. Agata, connestabile di Ruggero, re d’Italia e di Sicilia, accompagnato dai giudici Guglielmo e Augustaldo, si reca nel casale di. S. Pietro d’Olivola per chiarire e definire una lite sorta sui beni posseduti in quella zona dall’Abate della Santa Trinità di Cava. Viene redatto il seguente atto che trovasi in originale presso la nominata Biblioteca Monumento Nazionale della Badia di Cava dei Tirreni:
«1131, novembris, X, Olivolae.
In nomine Dei aeterni et Salvatoris nostri Jesu Christi. Anno... millesimo centesimo tricesimo primo, indictione decima, mense novembri, primo anno regni domni nostri Roggerii serenissimi et vittoriosi regis Italiae et Siciliae. Cum nos Wilielmus et Augustaldus iudices civitatis Sanctae Agathae essemus in casali qui Sancti Petri de Olivola dicitur et obedientia est Sanctae... Trinitatis de Cava... domnus Riccardus Dei gratia regis conestabulus… praedictae civitatis Sanctae Agathae dominus..., praedictus Riccardus pulsavit praedictum abbatem quoad ipse abbas et homines sui tenerent quasdam terras in memorato casali... etc. etc.
L’abate risponde di non possedere nulla se non legittimamente e giura sul Vangelo. Riccardo gli riconsegna i beni, rifacendone l’inventario e precisandone i confini. Detti beni hanno inizio: «In vallone de Olivola... usque ad rivum qui «dicitur Speca... ascendit in ipsam serram quae Meloginara «vocatur et ascendit per eandem serram et deinde descendit «in rivum qui vocatur Roggerii, et per eundem rivum ascendit usque ad viam de Aquidio, et ferit in viam quae venit ab Ariano et per eandem viam descendit usque ad paludem quae est finis sancti Petri de Olivola sanctaeque Maviae de Anzano et descendit ad viam in capite Olivolae et per eandem viam vadit ad viam beneventanam... usque ad vallonem qui vocatur de Spina... etc. etc. ».
Seguono l’impegno a mantenere la donazione, ad evitare liti e le pene per i trasgressori o calunniatori ed infine le firme.
Piace, anche per amenità di costumi e di sistemi, riportare l’ultima parte del documento:
«Anathematis vinculo religetur et cum Iuda proditore Christi et Pilato eiusdem Christi damnatore infernalibus flammis, nisi resipuerit perennhiter crucietur (colui che trasgredisce o calunnia...! ). Ego Alexander episcopus bovinensis testis sum Signum crucis factum propria manu domini Riccardi regii conestabuli Gulielmus cartam iudex hanc robore factam. Signum crucis etc. di altre 5 persone».
Quest’atto autentico ci dice una cosa molto importante:
per la prima volta si parla di «S. Maria di Anzano»; vuol dire che nel 1131, il 10 novembre, già era avvenuto da qualche tempo il rinvenimento della statua della Madonna di Anzano, già si era formato il primo nucleo di case e pagliai intorno alla chiesetta che s’era chiamata di S, Maria in Silice e che già allora, nel 1131, aveva assunto il nome di S. Maria di Anzano, a voler indicare l’origine, la provenienza di quella bella statua... Ed intorno a quella chiesa si veniva formando il nuovo Anzano, in sostituzione e continuazione dell’Anzano (o Anxanum Frentanorum oppidum) già esistito sulla «serra» presso S. Pietro d’Olivola.
Ciò è tanto più sicuro, tanto più evidente, quanto più e meglio si analizza il documento nel contesto e si precisa la posizione. Vediamolo bene!
Il territorio indicato e definito nei confini parte dalla valle o vallone di Olivola, giù a S. Maria di Olivola, e si estende fino al ruscello della «Speca», sale alla stessa serra (o collina) «Melognana» o «Meloginara», si estende ancora attraverso la stessa serra, poi discende al ruscello di «Ruggiero» e seguendo questo ruscello sale fino alla via che porta ad Accadia e porta nella via che viene da