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CAPITOLO I
L’ANTICHISSIMA «ANXANUM»
Da documenti storici inconfutabili ed irrefutabili risulta che «Anxanum» fu un centro antichissimo ed assai importante: capitale o solamente metropoli di maggior prestigio civile e politico dei Frentani nel secolo IV-III a.C. si mise a capo di una lega di città e di popoli circonvicini contro Roma che cercava di espandersi nel meridione d’Italia, venne poi a far parte dell’antichissimo Sannio e di esso seguì le sorti sotto la forza travolgente degli eserciti romani.
Di questa “Anxanum” e del popolo dei Frentani di cui fu capitale o metropoli diciamo subito che finora è stata data un’interpretazione abbastanza temeraria, molto arbitraria, assai erronea! Prima di passare, però, alle prove di questa nostra affermazione crediamo bene riportare i documenti storici innanzi accennati. Il primo, il più importante, il più discusso anche di tali documenti è quello riportato da Raimondo Guarino in «Excursus alter epigraphicus liber. Commentarium XIII - Neapoli, typis societatis Philomaticae 1831».
A pag. 21 di questo commentario epigrafico è scritto:
«Agri Anxani titulus oscus insignis exponitur cum nonnullis aliis, Votiva adhuc res nos detinet. Titulus est huiusmodi, lamellae item aeneae incusus, cui foramen superne, quo olim suspendebatur. Prostat nunc in Museo Michaelis Di Giorgio ».
Per chi non conosce il latino:
“Si espone ora una insigne iscrizione osta dell’agro di Anzano, con alcune altre. Ci riguarda ancora argomento votivo, religioso. Tale, infatti, è l’iscrizione, incisa su laminetta di bronzo, con in alto un buco con cui una volta veniva sospesa. Si trova ora nel museo di Michele Di Giorgio”.
Trascrive, quindi, la iscrizione antichissima in caratteri Greco-Arcaico (non la riportiamo, a causa della impossibilità di trovare simili caratteri per la stampa!) e dice testualmente, al paragrafo 3, dopo aver fatto un dotto esame critico-filologico della iscrizione stessa:
« Nobile Foederis Frentanorum sacri monumentum marmoreum. Marmoris historia, dialectus, sinceritas, restitutio, illustratio. Seculi huius initiis, Anxani, Frentanorum Oppidi pervetusti, nunc Lanciano, ingentes inter ruderum aggestus marmor effossum per palmos quatuor excurrens, graecis exaratum archaicis characteribus, graecoque ore loquens... Quod novitate sua omnium animos perculerat, pubblico gaudio exceptum, membranisque chartaceis primo expressum, mox descriptum in tabella aenea, curis et impendia (?) Nicolai De Cecco I.V.D.... Non uno hoc contenti, Anxanienses, marmor ipsum Neapolim deferendum curarunt, iudicium de eo praestolaturi Academiae Herculanensis, auspice Josepho Zurlo... Monumenti tò autografe (è scritto in greco) fidem faciunt, praeter caeteros, Pascalis Liberator, notae vir probitatis, honoribusque functus, et vir illustris Antonius Columna, qui illud et oculis suis viderunt, et manibus contrectarunt...»
Per chi non conosce il latino:
“Illustre monumento marmoreo della santa alleanza dei Frentani. Storia, lingua, autenticità, ricostruzione, spiegazione dell’iscrizione. Agli inizi di questo secolo in Anxano, antichissima metropoli dei Frentani, ora Lanciano, fu scavato tra ingenti cumuli di ruderi e ne venne fuori un pezzo di marmo di quattro palmi, iscritto con caratteri Greco-Arcaico in chiaro stile greco... Questo pezzo di marmo, che aveva colpito con la sua novità, col suo rinvenimento, gli animi di tutti, fu accolto con gioia generale e, riportato prima su fogli di pergamena, fu subito dopo trascritto su di una lamina di bronzo a cura e spese di Nicola De Cecco... Non contenti solamente di ciò, gli anzanesi si preoccuparono di portare lo stesso pezzo di marmo a Napoli, per averne un giudizio dall’Accademia Ercolanense, auspice Giuseppe Zurlo... Della veridicità del fatto fanno fede, tra gli altri, Pasquale Liberatore, uomo di riconosciuta onestà, che ha ricoperto cariche onorifiche, e l’illustre cittadino Antonio Colonna, i quali non solo osservarono coi loro occhi, ma toccarono con le loro mani quel marmo...”.