Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

Mi limito a fare alcune osservazioni:
1) Ho già sottolineato innanzi l’affermazione del Raimondi, secondo la quale «i monti del Sannio dominano le pianure Frentane che hanno origine alle loro falde e si allargano fino al mare».
Il gruppo montuoso, dunque, della Maiella fa o ha fatto parte dei « monti del Sannio»?... E dove sarebbero «le pianure Frentane, che hanno origine alle loro falde e si allargano fino al mare?». Questa prima osservazione mi sembra fondamentale per le altre che seguiranno, perché basta da sola a dire, con le stesse parole del Raimondi, l’incongruenza delle altre sue illazioni.
2) Drastica nella forma ed avventata nel contenuto è l’affermazione: «altra città ragguardevole dei Frentani fu Anxanum, l’odierna Lanciano »…
Si comprende e si scusa in qualche modo una simile affermazione, solamente se si pensa, come io penso, che il Raimondi è pure un cittadino di Lanciano, come il Renzetti, come il cardinale Omobono, come altri... Ma non risulta affatto che una simile affermazione sia storicamente giustificata, come sto dimostrando.
3) Riconosce che il Renzetti, di cui anch’io mi sono occupato prima, adduca prove « non tutte accettabili, essendo, anzi, la maggior parte, poggiate su epigrafe false» pure - dice - «è ormai indiscutibile che Lanciano sorge sulle rovine dell’antico centro Frentano».
E perché, chiedo, è indiscutibile ciò? Quali prove diverse, « accettabili », nuove, sicure, adduce lui?... In verità neanche una! Egli fa, né più né meno, quello che fa il Renzetti: accetta come pacifico, indiscutibile, quello che è stato affermato prima da altri scrittori che, a loro volta, avevano accettato ciecamente una delle tante manipolazioni storiche medioevali, una delle tante congetture arbitrarie date per oro colato. La storia del medio evo è piena di tanti fatti, di tante leggende, di tanti « errori storici », di tante strozzature e forzature, che oggi apparirebbero impossibili alla nostra mente... Bastava che ad un Tizio fosse saltata in testa una cosa, avesse affermato o scritto una sua congettura personale, frutto della sua fantasia, come fatto vero e se quel Tizio aveva una certa autorità (in qualunque campo civile o religioso, letterario o para-scientifico), la sua congettura diventava verità indiscussa... Ipse dixit! E si rifiutavano, i nostri bravi antenati del medio evo, finanche di mettere occhio al cannocchiale, per non dover smentire il « maestro » che aveva parlato!
Del resto, qui non si tratta solamente di vedere se è vero o meno che furono trovate in Lanciano le lapidi di Giove, di Apollo, di Giunone ecc., le vestigia di muraglie romane e di pavimenti; ma, dato e non concesso che tutte le lapidi ed epigrafe riportate dal Renzetti siano autentiche, esse parlano, forse, dell’antica Anxanum, o, meglio, dicono forse che l’antica Anxanum è l’attuale Lanciano? No, nessuna lapide, nessuna « antichità raccolta nel perimetro dell’odierna Lanciano » dice che la stessa Lanciano è l’antichissima Anxanum!
Per Anxanum, « oggi Lanciano », è avvenuta la stessa disavventura che capita talvolta ad una cordata di scalatori di montagna: mette il piede in fallo il capo cordata, precipita giù nel burrone, e dietro di lui rovinano tutti gli altri legati alla stessa corda, pur se valentissimi scalatori... Ad un Tizio nel Medio Evo - non sono pochi i casi! - passa per la mente e gira il pallino di pensare e scrivere che Lanciano discende da Anxano dei Frentani e tutti gli altri, da Guarino a Iannacchini, da Giustiniani a Renzetti, a Raimondi, accettano, chi di buona, chi di mala voglia, come oro colato, ciò che in realtà è metallo di falsa lega!
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Pongo fine a questo discorso già lungo, anche per evitare continue ripetizioni. Esso ha convinto me e spero riesca a convincere ogni lettore su queste due conclusioni a cui tendeva:
- Senza nulla voler togliere a Lanciano delle sue vere glorie storiche ed attuali, come si è detto e ripetuto innanzi, l’antichissima « Anxanum Frentanorum Oppidum » non è l’odierna Lanciano, ma era posta nella piana dei Frentani, a poca e pari distanza da Ascoli e da Lucera, nella zona o «serra » di S. Pietro - S. Maria d’Olivola, e da essa - come si dirà meglio in seguito - è derivata l’attuale ANZANO DI PUGLIA!
- Che tanti autori abbiano pensato e scritto diversamente da quanto io vengo affermando, si spiega facilmente con quanto qui innanzi ho detto!