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In questo fatto storico, dunque, (della persecuzione iconoclasta e del successivo rinvenimento delle immagini sacre) si inserisce a buon diritto la tradizione orale nostra, quella di Anzano, la quale, come si è detto, da una parte ci spiega ed illustra la storia e dall’altra riceve insieme conferma dalla storia stessa. Di certo, come si è accennato agli inizi di questo capitolo, la comunità cristiana di Anxanum sin dai primi secoli del cristianesimo ha avuto i suoi templi sacri per la preghiera in comune e le sue immagini sacre da venerare; come tutte le altre comunità cristiane, ha venerato in modo particolare la Madonna.
La persecuzione iconoclasta, quindi, s’è fatta sentire, e non poteva non farsi sentire, in modo spietato pure in Anzano - siamo al sec. VIII e l’antica Anxanum si è volgarizzata in Anzano - e quei buoni fedeli, come tutti gli altri, hanno preso la maestosa statua della loro Madonna, di chiarissima fattura bizantina, e, in gran segreto, sono andati a nasconderla nel folto del bosco, a 3-4 chilometri distante, in una fratta impervia, ad occidente della loro cittadina, ormai ridotta di dimensioni e d’importanza, verso Trevico... Il posto è scelto con la sapienza pratica della buona gente, in una zona poco al di sotto della via Erculea o Eclanense, là dove passava tra la fratta boschiva un viottolo lastricato a selce, quasi a pari distanza da Zungoli, da Trevico e da Città di Contra (l’attuale Scampitella).
Passano gli anni... L’antichissima Anzano (già Anxanum) vien quasi completamente distrutta da qualche terremoto. Questi terribili cataclismi, purtroppo, sono ricorrenti nella zona, particolarmente sismica, a causa del vicinissimo Vulture, vulcano spento da secoli; ricordo io. quello del 1962, .e quello ben. più rovinoso del 1930, che distrusse .quasi. totalmente Anzano ed i paesi ,circonvicini fino ad Aquilonia...; andando indietro negli anni mi è. riuscito trovare annotati presso il Giustiniani, .presso il De Meo e presso altri storici questi terremoti che hanno interessato più o meno gravemente la zona di Anzano: 1910 - 1851 - 1794 - 1732 – 1702 - 1694: (avvenuto l’8 settembre, «distrusse molte contrade nei dintorni di Trevico») –1456 (rase al suolo Accadia’ e molti altri paesi; Anzano ebbe molti danni e ne restò spopolato») - 1140 - 1136 - 1125 (« spaventevole...con molte scosse e con rovine) - 1087, il 10 settembre (« ... per tutte le nostre terre... per tutta la Puglia vi fu un gran terremoto, tale che... diconsi esser cadute e torri e case ») - 1039 (« Furono continui i terremoti, veementi le piogge… In alcune province si attaccò il morbo di angina canina e non bastavano i vivi per dar sepoltura ai morti) – 1004 («dura 15 giorni») – 990 («Il 25 ottobre fu in Benevento un gran terremoto… morirono molti uomini Conza cadde e parte di Matera, Oria e Taranto... In Ariano abbatté molte chiese. La città di Frigento se ne cadde... e restò abbattuta per metà: e così rovinò quasi mezza la città di Conza col suo Vescovo... Ronfa fu tutta sommersa...») - 894 («In questi giorni sentissi in tutto il Sannio e nella Puglia una scossa spaventevole di terremoto... restò bruciata per metà la città di Benevento nello stesso giorno 13 luglio... Indi apparvero più volte per diversi luoghi gli stessi segni di fiaccole ardenti. Ma il più tremendo fu quello che s’era veduto in Puglia, ove una lunga fiamma si vide ardere dall’ora seconda fino all’ora terza del giorno. Fu questo seguito dal flagello delle campe») -847 («Rovescia dalle fondamenta Isernia con la morte del Vescovo») - 801 («30 aprile: all’ora seconda della notte un tremuoto fortissimo scosse gravemente tutta l’Italia …fu sì violento che in alcuni luoghi caddero le città e i monti. In Roma se ne cadde in gran parte il tetto della Basilica di S. Paolo, colla sua traviatura..., il S. Padre istituì le processioni dette Rogazioni, ne’ tre giorni che precedono l’Ascensione... Pestilentia per mollitiem byberni temporis fatta est»).
Trovo, a proposito di Anzano, una notizia importante presso la «Storia di S. Agata di Puglia» di Lorenzo Agnelli: è un’opera seria, dotta e ponderosa, che, trattando di S. Pietro d’Olivola, in agro di S. Agata, a pag. 50 della ristampa, dice: « In meno di un secolo disparirono anche le macerie delle case abbattute, cui portarono via i pochi (sic) scrupolosi e maneschi contadini di Anzano, che n’è sorta sul lembo orientale del tenimento di Trevico, raccoltisi dalle vicine campagne ed oggi formano un paesetto ognora crescente di 2363 (anime, abitanti?), giusta il censimento del 1865… I villani di Anzano continuarono l’opera loro, e n’andarono distrutte le abitazioni e il folto e annoso bosco».