Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

In nota, alla stessa pagina, trovo qualcosa di più importante che trascrivo ad litteram:

«A nord-ovest del Casale S. Pietro, sopra un lembo del territorio di Trivico, a poco a poco era formato un gruppo di villani, in gran parte delle campagne di Trivico, e in pagliaia e casette poco distanti formarono una terza borgatina rurale. Le diedero, o portava il nome Anzano. Arrivati a 825 abitanti ottenne il distacco da Trivico, e si costituì indipendente al 1 gennaio 1810. Quel gruppo rurale non era dove è ora il paese, ma in vicinanza alla Cappella di Maria SS.
« Si narra, che quei primi villani, nella seconda metà del secolo passato, parte morirono morsicati e parte si dispersero per uno straordinario sbocco di topi e serpenti. L’Anzano, cessata la cagione e la paura, sassestò dov’è. Man mano le pagliaia s’avvicinarono, le casette nacquero e la fortuna fece o fa il resto.
Ora Anzano è paese non ultimo, e c’è ricchezza concentrata quantunque il piccolo territorio sia magro. Nel Diploma di Rainolfo del 1086 il nome di Anzano era dato ad una serra o collina ch’era al confine del territorio di S. Pietro in Olivola non molto lungi dall’attuale Anzano. E nel diploma di Riccardo Connestabile del 1131 il medesimo luogo viene detto S. Maria di Anzano.
A parte la non troppo lusinghiera considerazione verso «i poco scrupolosi e maneschi villani di Anzano», l’Agnelli, pur nella sua imprecisazione sulle origini e sul sito di Anzano, viene a confermare in pieno la nostra tesi ed aggiunge qualcosa di veramente importante: conferma che Anzano si trovava a nord-ovest del Casale di S. Pietro, in una « borgatina rurale » cui « diedero o portava il nome di Anzano »; conferma ancora che «il nome di Anzano era dato ad una serra o collina ch’era al confine del territorio di S. Pietro in Olivola non molto lungi dall’attuale Anzano»; conferma, infine, che « quel gruppo rurale non era dov’è ora il paese, ma in vicinanza alla Cappella di Maria SS.»; aggiunge, poi, di veramente importante, la notizia secondo la quale «si narra che quei primi villani, nella seconda metà del secolo passato (? ?...), parte morirono morsicati e parte si dispersero per uno straordinario sbocco di topi e di serpenti», per cui «l’Anzano, cessata la cagione e la paura, s’assestò dov’è ora».
Con quest’ultima notizia, tolta, però, la precisazione del tempo («nella seconda metà del secolo passato»), in quanto è impossibile che il fatto si sia verificato nella seconda metà del ‘700, mentre, come vedremo, esso sarà avvenuto quasi certamente alla fine del secolo X o agli inizi dell’XI; con quest’ultima notizia, dicevo, l’Agnelli ci spiega finalmente come e perché gli anzanesi abbandonarono definitivamente l’antica loro Anzano e passarono a vivere «intorno alla Cappella di Maria SS.» che fu detta da allora Madonna di Anzano o S. Maria di Anzano.
Anzano, dunque, venne completamente a finire, o, quasi certamente, a causa di qualcuno dei terremoti che sono stati elencati innanzi, o, come riferisce Lorenzo Agnelli, «per uno straordinario sbocco di topi e di serpenti » (cosa assai facile in quelle zone, anche oggi!), o per l’una e l’altra ragione insieme, o, infine, meno probabilmente, per lenta e continua trasmigrazione degli abitanti verso altri centri: ciò avvenne alla fine del secolo X, o agli inizi dell’XI.
A mio modesto parere fu il terremoto del 990, avvenuto il 25 ottobre, a distruggere, ad «inabissare» completamente l’antichissimo Anzano che già s’era venuto depauperando, già era stato danneggiato da quello dell’894: ciò si deduce con ogni buona ragione, e per le distruzioni operate da quel terremoto (Conza, poco lontana, a sud di Anzano; Frigento, vicinissima, ad ovest; Ariano, altrettanto vicina, a nord-ovest; Ronfa, nei pressi di Conza ecc. ecc.), e per la data probabile del rinvenimento della statua della Madonna di Anzano e quindi della conseguente trasmigrazione completa e definitiva dei cittadini scampati al terremoto intorno alla nuova chiesetta di S. Maria in Silice, cui diedero il nome di S. Maria di Anzano.
Nel secolo X, infatti, o negli ultimissimi anni del secolo IX, si era verificato il grande prodigio della riapparizione della statua della Madonna, già nascosta dai fedeli di « Anxanum Frentanorum»…
Ascoltiamo il racconto della tradizione orale che conoscono tutti i cittadini di Anzano, di Trevico, di Zungoli e di Scampitella; essa tradizione da una parte ci spiegherà i fatti storici bene inquadrati nei motivi e nell’evolversi degli eventi e dall’altra avrà piena e rassicurante conferma dagli stessi