Sull’aia
E’ luglio...la calura è allo zenit... in mezzo all’aia due muli girano e rigirano tirano una grossa pietra piatta su cauli e spighe di grano essiccate, un uomo che li guida a guinzaglio con un lungo staffile in mano... e così tutto il giorno fino a quando la paglia si sminuzza e la spiga è ridotta in frantumi…; e poi a sera a spalare tutto in aria a separare col vento la paglia dal grano...: tutto il raccolto di un anno è lì... la ricompensa di tanti sudori... per le scarpe di tutti di casa per le vesti...per sopravvivere soprattutto… e così di anno in anno...! Questo il ricordo di quand’ero ragazzo che giravo e rigiravo anch’io sull’aia con i miei zampitti leggeri come per dare il mio contributo...!
Anni ne sono passati... le aie sono scomparse né si semina più...ne si raccoglie tutto si compra al mercato... che ogni sabato occupa la piazza! Anche il lavoro è ridotto se non quasi scomparso, abbandonate son le campagne... i giovani fuggono…vogliono il posto... un lavoro in fabbrica...all’estero... disoccupazione allo stremo... ed i pochi giovani sono lì soli davanti ai caffè ad aspettare...a sperare, a consumare la loro miseria! E’ sempre il problema del Sud che sedimenta, che marcisce...: quante parole al vento... in tanti anni...! Era forse meglio prima?
Il maiale
Animale scorbutico, rozzo rustico, sporco, egoista è il maiale... è tutto per sé...in sé, grugnisce se lo disturbi nel suo sonno, nel suo pasto... non comunica... abulico, sfaticato...! Eppure è tutto per l’uomo
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tutto se stesso si dà cresce, ingrassa, vive tutto per l’uomo... tutto si utilizza di lui non una briciola si perde: è un capitale d’energia per l’uomo... a buon mercato soprattutto... tutti i rifiuti sono per lui!
E così ogni famiglia ogni anno cresceva il suo maiale... anche la mia mamma lo cresceva... che pastone mattina e sera riservava per lui... Antonetta provvedeva a tutto e come la conoscevano i maiali! E poi la “gran festa”... era il suo sacrificio per noi che noi...cinici festeggiavamo... era il rituale... il concetto di vita e di morte: era gran festa... dopo tanti sbraiti acutissimi che mi risuonano ancora era il suo addio... il suo benservito all’uomo!
Un mese di lavoro in casa chi tagliava, chi riempiva chi mangiava... ed io giovinetto a studiare la mia anatomia...; e poi carne su carne...grassi... tutto era di gusto, gradito desiderato anche... durava un anno la festa... la festa del maiale!
Ed ora? è meglio non pensarci... tutto si compra al mercato ogni sabato...in piazza: ma, quale delusione… del maiale non c’è nemmeno l’odore...: questo vuol dire anche progresso...!
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