Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

 

Il pascolo

Quante pecore al pascolo...
come assaporavano l’erba fresca
al mattino...
solenni, calme, mansuete
e gli agnellini dintorno festanti...
come riconoscevano la propria mamma...:
quanto latte, quanto formaggio
quanta carne...!
Bammino era il pastore,
un orso in persona, buono però,
con la sua bisaccia sulle spalle
con un grande bastone in mano...
il grosso cane...a comando:
e come lo capivano le pecore!
Al mattino mungeva a mano le pecore
e poi lavorava il latte
la pasta...la ricotta...le forme
era un’arte davvero...:
nulla si vedeva in quello stanzone
eppure tutto procedeva a dovere!
L’assaporo ancora quella bianca ricotta...
calda, filante, tenera, profumata...
era un amore...!
Ora la campagna è deserta,
scomparse sono le pecore
e con esse anche gli agnelli...:
tutto si compra al mercato
che ogni sabato occupa la piazza…
è progresso anche questo...!

L’asinello

Quasi ogni famiglia in paese
Aveva i1 suo asinello...
Amico inseparabile dell’uomo
in campagna per di più,
spesso conviveva anche
nella medesima casa,
utile ai vecchi soprattutto.
Mansueto, calmo, pacifico
ubbidiente, paziente,
non aveva bizze,
faceva quello che voleva il padrone;
cadenzato nel suo passo
non aveva mai fretta
era sicuro anche per i piccoli;
si contentava di poco
un po’ d’erba, un po’ di paglia...;
si muoveva senza rumore
non disturbava...aspettava
paziente anche per ore
non s’infastidiva mai:
difficili i suoi ragli
si fermava, annusava ad ogni pantano,

 

andava calmo sui pendii, sugli orli
non perdeva mai l’equilibrio...

Anch’io lo amavo da bambino
quante corse...,
anche se non concedeva troppo
saltellava solo per un po’...:
quanti colloqui muti tra noi
come mi capiva...
come mi tendeva il suo muso
umido, grosso, bianco...
come voleva le carezze
come mi parlava Cosi...
e come lo ricambiavo anch’io!

Ora l’asinello è scomparso
da centinaia in tutto il paese
ora nemmeno una traccia...
è quasi in estinzione...
quanta amarezza!
Eppure la mia infanzia
s’impersona nel mio asinello...
era cocciuto a volte
ma non mi tradiva mai
era tutto per me...
era un vero amico...:
uno simile non l’ho mai trovato!

La vendemmia

A casa mia vino se ne faceva
una volta...
avevamo un grande vigneto
molto lontano dal paese...
due ore di marcia...o a dorso di mulo...,
ora invece in macchina in pochi minuti.
Quanti lavori di mamma e papà
quanti sacrifici, quanto sudore:
in ore antelucane partiva un corteo
di muli carichi di mosto, di vinaccia...
mamma sorvegliava in campagna
papà preparava in cantina...:
eppure si produceva, si lavorava!
L’odor dei tini inebriante, penetrante
occupava tutta la casa…
e come “bolliva” il mosto...
in quel filare di botti,
come il torchio ritmava il suo corso...
con il martellio squillante dei cunei...
come “stringeva”...
anche l’animo usciva...;
un via vai di gente che veniva...
una festa al vino
che durava quasi un mese...
ed io ragazzo tra libri e mosto
mi stordivo, mi inebriavo...