Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

 

c’erano le tessere annonarie...
le donne si ribellarono...
sfasciarono tutto…!
Ed ora scomparsi sono i mulini,
la farina si compra al mercato...
il pane si compra al forno...
tutto come in città...
ma quel pane di una volta
quella pasta a mano...
vive solo nei ricordo...!

Il forno

Due erano i forni per il pane...
forni a paglia...
un grosso stanzone... tutto nero...
da un lato ammassi di paglia
che riforniva il forno dal basso...
non in più… non in meno,
il fuoco costante doveva essere
alla temperatura giusta
che il fornaio percepiva ad occhio
non si sbagliava...;
e poi l’imboccatura del forno
dove s’infilavano le forme impastate
con una grossa pala piatta...
con un segno particolare su ognuna.
Passavano un paio d’ore...
attento era il fornaio...
tutte le donne a cerchio
sedute qua e là su vecchie panche
parlavano...sparlavano...
tutti i fatti del giorno, su tutti, su tutto...
era il giornale parlante del mattino...
come ridevano...si divertivano
le allegre comari...!
Bello, fragrante, profumato
croccante era il pane...
in grosse forme rotonde...
ne assaporo ancora l’odore...!

Ricordo sempre la voce del fornaio
che al mattino alle quattro
girava per il paese,
chiamava per nome le donne
che si erano prenotate la sera prima...
una voce grossa, alta, affettuosa...:
era la sveglia di tutto il paese...
la giornata che iniziava...!
Ricordo il vecchio Pasquale
i fratelli Mimì e Gigetto
simpatici, affettuosi, instancabili
con quei grossi lenzuoli di paglia
che trasportavano d’estate
con un asino...a spalla anche
dalla campagna al forno...

 

sudati, stanchi, assetati...:
dolci cari ricordi
di una vita semplice...
ma dura nel contempo!

Ora ci sono ancora due forni
elettrici però...
la farina viene dalla città...
saporoso è ancora il pane
ma non è più...
quel pane della mia mamma…
tutto è silenzio in questi due forni!

L’alcool

Vivono ancora nella mia memoria
Tobia, Ciritiello, Baionetta
e tanti altri ancora,
classici bevitori incalliti
che giravano ogni giorno
tutte le “cantine” del paese
e tra quarti su quarti
confondevano il vinaio e la loro mente.
Facevano spettacolo ogni sera
e noi ragazzini
facevamo loro corona
a stimolarli a parlare,
sparlare… ridere:
tante belle serate d’estate
passate lì...in allegria.
Erano felici loro per le nuove “trovate”
eravamo felici noi per la gioia
di ridere, di partecipare...!
Ricordi cari di un tempo che fu...!

Ora in paese non c’è più un vinaio
tutto si vende in bottiglia,
scomparse quelle “macchiette”
allegre, contente… generose!’
Eh sì, oggi di beve in modo diverso:
l’alcool ha cambiato sede
si è trasferito in città
nei bar, nelle discoteche...;
interessa più i giovani
e con essi anche le donne:
elevata è la schiera
degli alcoolisti dichiarati;
più adulterato è l’alcool,
prima valeva solo l’acqua,
ora non è solo vino
ma superalcoolici
commisti con eccitanti,
droghe… psicofarmaci...;
più gravi sono i danni
come infortuni, malattie:
la strada, il manicomio