il carcere, ne sono l’epilogo...; prima si beveva per calmare la miseria a lenimento del sudore della fronte, ora si beve per calmare la noia, il vuoto, la solitudine, i conflitti, le frustrazioni del benessere, del consumismo...; l’alcool è sempre un amplificatore di situazioni al limite, il rifugio inconsapevole di giovani fragili, deboli ansiosi, depressi, sperduti nel gran mare della vita di ogni giorno dura, difficile, aspra... che richiede competenze...rinunce! Questa è la vita di oggi, che affligge, che preoccupa che fa meditare...!
Meglio il passato o il presente? Nella nebbia della mia memoria rivedo ancora quella “fiasca” di buon vino, fatto da mio nonno, che faceva il giro della tavola… risento ancora quel lento, dolce, voluttuoso sussurrio di un tiraggio che non voleva mai finire...!
Il banditore
Una volta c’era in paese il banditore, che girava al mattino e sera per tutti gli angoli di strada per informare...delle novità... chi vendeva...chi comprava prodotti vari...alimentari per lo più... il podestà che dava ordini... e’ così di cosa in cosa di giorno dopo giorno... di anni...! Era il banditore “il giornale” del paese l’informatore di tutto... con voce alta, squillante stridula, chiara che s’inceppava anche quando c’erano molte notizie... e come lo sentivamo tutti... come le donne tendevano l’orecchio come ne passavano parola come leste scendevano in piazza...!
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Ne ricordo tanti... campavano con l’obolo risicato che ognuno dava loro...: “faccia di vino”, “il diavoletto”... tutti a me cari... come se li sentissi ancora... quando tutti noi monellacci li circondavamo attenti mentre strillavano al vento e passavamo parola anche noi...: bei tempi allora... semplici...spensierati…! Ora il banditore è scomparso... il mercato è in piazza ogni sabato... ognuno sa... eppure mi piaceva il banditore... ne sento tanta nostalgia...!
Pasquale
Pasquale, mio caro vicino di casa, una decina di anni più anziano di me: alto, robusto, forzuto umile, calmo, tranquillo, pronto a tutto, ad ogni ordine, ad ogni chiamata...! Era sempre lì presente... su quelle alte scale dannate di casa sua da dove ad otto anni rotolo giù con grave trauma cranico che ne arrestò lo sviluppo mentale...! Pasquale era un uomo nel quale divergevano corpo e psiche...: era un uomo-bambino, che parlava poco, se parlava la balbuzie lo frenava, che ti sorrideva come un bambino buono, affettuoso, ubbidiente, ma che teneva una forza da leone...: era per me Ercole in persona! Tutti i lavori pesanti erano suoi, tutti gli volevano bene tutti si servivano di lui... specie la mia mamma!
Non conosceva i soldi e quelli che racimolava consegnava a mamma Rosa. Gradiva piuttosto una pagnotta di pane che non spezzava che aggrediva vorace con grossi bocconi... e come se lo gustava!
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