Anzano degli Irpini, ora Anzano di Puglia

 

Mi pare di vederlo ancora...
vivo è sempre così nella mia memoria...!
Quanti barili di acqua, di vino,
quanta legna
quanti sacchi di grano, di patate
si caricava su quelle spalle erculee...:
tutto era per lui un gioco di forza!
Nessun vestito gli durava molto:
tutto e subito squinternava...
anche se mamma Rosa
a tratti lo vestiva alla meglio...
un novello Valentino…!
Portava sempre un cappello
unto, bisunto, logoro
fino a quando non ne aveva
un altro in regalo...!
Affettuoso con i bambini,
era un bimbo tra i bimbi...
quanti nipotini ha cresciuto...
quanto era affettuoso con me!
Eh sì, anch’io gli volevo bene...!

Passano gli anni
ed anche Pasquale si acciacca...
per vari decenni, ultimi della sua vita,
è stato sempre e solo lui
a portare la “Croce”
in ogni funerale, festa, processione:
allora senza cappello
con i suoi capelli rossi
l’ampio camice bianco
raccolto dal cingolo ai fianchi
era così fiero, altero, composto
tutt’uno con la sua “Croce”:
senza di lui non aveva senso
nessun’altra “Croce”...:
voleva essere guardato...
era questa la sua felicità!
Non so chi ha portato la “Croce”
al suo funerale:
io l’ho saputo in ritardo...:
come sarei stato felice
di portare quella “Croce” per Lui!

Il medico condotto

Cari ricordi...del medico condotto...
di tanti che ho conosciuti da piccolo,
da grande...anche...
erano tutti dei maestri...in pratica
trattavano, sapevano di tutto
l’ospedale era lontano...irraggiungibile...
soli a lottare contro il male
con mezzi primordiali finanche...
erano sempre lì pronti, solleciti
a salire su un mulo, un asino

 

a fare anche delle ore di cammino
tra pioggia, neve, vento...,
a portare la loro ultima parola
la speranza...almeno!
Tanti nomi…tutti a me cari...
è da loro che ho imparato
ho copiato, “ho rubato” anche
in pensiero...in azione...
miei modelli per tutta una vita...:
Bianco, Fabiano, Del Piano, Di Giorgio..
tutti vivono nel mio ricordo...
maestri nella vita...
grandi nel loro “mestiere”
superbi nella loro missione
di amore, di solidarietà per tutti...;
erano lì...sempre in mezzo
nel bene e nel male
nel dolore e nella gioia...,
il medico che usciva...
il prete che entrava...
il principio di vita e di morte
di resurrezione soprattutto...!
Questo era il vecchio medico condotto..,
questo il mio punto di riferimento
per tutta la mia vita...
che lo sappiano i giovani medici di oggi...!

Il maestro

Il mio primo maestro di terza elementare...
il maestro Bolognese
merita di certo un ricordo
anche se non mi passò in quarta...!
Piccolo, minuto egli era
un po’ gobboso, voce stridula,
viso smunto, magro, afflato
buono però...voleva essere severo
batteva il pugno sul tavolo...
macché...una baldoria ogni giorno,
e come...tutti noi monelli
ne provavamo gusto...a crucifiggerlo!
Lo vedo ancora lì...che tagliava i capelli
i bei nostri riccioli, lunghi, arruffati
con una grossa forbice...;
lo ricordo ancora così timoroso
lui piccolo...la moglie giunonica
grossa, autoritaria...buona però
donna Rosina...
che lo comandava a bacchetta
che teneva tutti noi a suo servizio...;
ricordo quei canti in classe
il Piave...Giovinezza...
quegli “odiosi” austriaci
che sognavo atterrito di notte...
il lupo di Gubbio...e San Francesco
che gli parlava...come io al mio cane...;