- Dettagli
Nel 1952, pure nel giorno della festa della Madonna di Anzano, lunedì di Pentecoste di quell’anno, la grande processione formata dai fedeli di Anzano, di Trevico, di Zungoli e di Scampitella, era ormai alla fine... Poggiata, come di consueto, la statua della Madonna di Anzano su di un tavolo davanti alla casa Puopolo, si stava in attesa che avessero inizio i fuochi d’artificio e si osservava la fiera di bestiame nel vasto spazio antistante. Tra buoi, pecore, agnelli, capre, muli, cavalli ecc. ecc. esposti per le compravendite, c’era un toro da riproduzione, di smisurata grossezza, con dei ferri messi nelle forge e fissati sulle corna, legato con funi doppie ad un grosso anello di ferro fissato in un muro, che scalpitava minacciosamente e cacciava dalle grosse narici nere sbuffi di vapore; era guardato e tenuto a bada dai proprietari, tra cui una donna, con in mano bastoni nodosi e verghe terminanti con uncini di ferro... Allo scoppio in aria del primo colpo-granata, quel toro si spaventa, si imbestialisce (è proprio il caso di dirlo! ), punta i piedi anteriori presso il muro cui era legato e dà uno strappo con una forza erculea... La donna sconsideratamente corre presso la testa del toro per cercare di afferrarne le funi, ma vien presa sulle corna e pensoloni sulla testa del toro vien portata in alto, attraverso la fiera... Un grido di orrore si leva dal petto di tutti, di migliaia di persone... Io che avevo sulle spalle la mozzetta processionale rossa, resto letteralmente agghiacciato dall’orrore per quella poveretta in quelle condizioni (tutti si credeva che fosse stata infilata dalle corna! ) e dalla paura per me stesso, quando vedo che il toro, con quella donna sulle corna, viene minaccioso e sbuffante verso di me e verso i chierichetti pure vestiti di rosso. Intravedo il pericolo, cerco di fare allontanare i chierichetti, ma io non riesco a correre, a muovermi... E quando quel toro mi è ormai dinanzi, in pochi istanti di corsa, io sono più morto che vivo... Ma a pochi passi da me e dalla statua che mi sta dietro le spalle, quel toro si ferma di colpo, puntando a terra i piedi anteriori, abbassa la testa, depone o fa cadere a terra il fardello di quella povera donna e corre via, come un bolide, lateralmente, verso la campagna aperta... I fuochi son continuati a sparare nel cielo e continuano, la gente corre a sollevare la donna che tutti pensano morta o piena di ferite... La donna non ha niente, neanche un graffio... gli spari terminano, la processione rientra in chiesa, inneggiando alla Madonna...
Un «caso» anche questo? ... Può darsi, pensatela come volete!
Ma io desidero riportare un ultimo. recentissime fatto I avvenute proprio mentre questo libro era già in tipografia per la stampa: è un fatto che viene a buon diritto aggiunto agli altri innanzi riportati durante la revisione delle bozze, che ha avuto migliaia di testimoni!
La festa della Madonna di Anzano era stata preparata, come ab immemorabili, per lunedì di Pentecoste, 7 giugno 1976; il comitato per detta festa, formato dai volenterosi Guiducci Graziano, Santoro Roccantonio, Staffiere Vito e Riggillo Euplio, aveva voluto introdurre, col pieno accordo e consenso di chi scrive, una bella innovazione: un carriaggio agricolo, appositamente preparato ed addobbato, tirato da un trattore, avrebbe portato in processione ed in trionfo per le vie del paese la maestosa, bella, antica statua della Madonna di Anzano, circonfusa di luci e di fiori e circondata da innocenti bambini vestiti da angioletti...
Il giorno 6, domenica di Pentecoste, però, piovve per tutta la giornata; il mattino di lunedì 7 si presentò ancora più piovoso e minaccioso... Sul volto degli organizzatori e dei devoti si leggevano disappunto e dolore, per il fatto che, con tanta pioggia, festa e processione non si sarebbero potute svolgere...
C’era in mezzo a noi, per la prima volta, il nuovo vescovo diocesano Mons. Nicola Agnozzi che, accompagnato da Mons. Angelo Rizzo, zungolese e devoto anche lui della Madonna di Anzano, era venuto per distribuire la Prima Santa Comunione ad un numeroso gruppo di bambini d’ambo i sessi e per onorare con la sua presenza e con la sua pietà la Madre della Chiesa universale e locale...
La comunità di Zungoli aveva assicurato la sua partecipazione con pellegrinaggio a piedi, ma la pioggia non li aveva fatti partire; quelli di Scampitella nulla avevano assicurato e nulla avevano effettuato, a causa della pioggia, evidentemente; arrivò solamente, con un pullman, un gruppo di devoti Trevicani accompagnati dal nuovo loro parroco Don Vittorio Di Paola.