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Questa iscrizione ha un chiaro riferimento alla gente Vibia, di cui son venuti alla luce, sulla via Appia, varie «regioni cimiteriali» o «catacombe sincretiste»; per questo la zona si presenta molto interessante, sotto il lato archeologico e meriterebbe studi e ricerche, anche per quello che sto per dire al numero seguente. Pertanto un giudizio sicuro e definitivo potrà darsi solo dopo che saranno stati fatti tali studi e tali ricerche; per ora si intende segnalare la cosa, quale indizio certo che nella zona predetta, vicinissima a quella dove secondo noi si trovò l’antica Anxanum, ci sono segni di civiltà antichissime.
5) Scavando ultimamente alle spalle di detta « Masseria Melino » (davanti alla porta di questa «masseria » si trovano, buttati a terra, i due massi di cui si è parlato al numero precedente! ), sul poggio, è venuta fuori una vera e propria necropoli antichissima, sui generis…
Ho visto coi miei occhi e scavato con le mie mani alcuni loculi funerari allineati, di dimensioni stranamente ridotte, con ossa umane quasi pietrificate, disposti così: sul fondo, una base o lastra in terracotta; su questa, le ossa; ai lati, lastre di terracotta; a copertura, una lastra rettangolare di terracotta. Più che a necropoli vera e propria, per la conservazione dei cadaveri, le dimensioni stranamente piccole, come dicevo, mi fanno pensare ad un ossario sui generis e sono, a mio parere, segno di un’antichissima epoca cristiana: le scoperte future che certamente si faranno chiariranno di che trattasi. La qualità della terracotta, però, è di indubbia origine delle antichissime fornaci daune!
In questa stessa zona funeraria da tal Melino Mario di Pasquale fu rinvenuta una lastra di terracotta con le lettere grandi P R; sotto fu trovata un’anfora di argilla, cilindrica, con collo e con due supporti laterali.
6) Di fronte a questa zona di S. Maria d’Olivola è chiaramente visibile, a poca distanza, Bisaccia (Romulea); di qua la via Eclanense o Erculea, proveniente da Eclano, Civita, Pila Romana, scendeva al Calaggio o Carapelle (1) e attraverso Ponte Ofanto o S. Venere raggiungeva Melfi e Venosa. Trovasi, poi, qui, poco più a monte di S. Maria d’Olivola, come si è detto, l’antica « Pila Romana ». E’ da questo punto solamente che il cisposo Orazio ha potuto spaziare con lo sguardo (Ascoli ed Ordona sono vicinissime...! ) e mirare i monti suoi, della sua Lucania, con il Vulture che si staglia intero e maestoso all’orizzonte!
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Da tutto quanto è stato detto in questo capitolo può ben dedursi la bontà del nostro assunto, anche se le prove veramente apodittiche verranno ancora in seguito: l’Anxanum dei Frentani non ha nulla a vedere con l’odierna Lanciano; essa è da ritenersi ubicata nel « territorio » dei Frentani, propriamente nella zona di « Pila Romana » o S. Pietro - S. Maria d’Olivola, e, come meglio vedremo in seguito, da essa, da quell’Anxanum Frentanorum oppidum, trae origine l’attuale Anzano di Puglia, checché si sia ritenuto e scritto in contrario!
(1) Nel fondo del Calaggio, a «Chiancarelle», precisamente al punto di confluenza del torrente che scende da Bisaccia e s’immette nel Calaggio, vi era (fino a qualche anno fa, ora è sparita!) una grossa ed antica pietra miliare romana ed ivi furono trovati vari oggetti antichissimi, fra cui - ora in possesso di un mio amico che le rinvenne - alcune laminette in terracotta, del IV-V secolo a. C., con un buco alla sommità più larga, che servivano per ornamento alle donne, a mo’ di collane.