E’ l’alba
E’ quasi l’alba... silenzio ancora dintorno già qualche luce illumina le finestre… tu dormi ancora...forse sogni...: ne hai diritto... intensa è la tua giornata sempre troppe son le tue corse le ansie, gli affanni, i pensieri della casa... del lavoro! Ti vedo lì... sola, avviluppata nel tepore delle coperte rilasciata, distesa, tranquilla... sola...col tuo respiro lieve, tenue, sommesso, caldo; sola...con i tuoi battiti di cuore controllati, deboli, placidi che ripetono il loro ritmo; sola...con la bocca chiusa... un lieve tremolio di labbra... forse un sorriso... forse un sogno... forse un messaggio...! Dormi ancora...sogna... la vita è un’altra cosa!
Dolce notte
Sul comodino di fianco al mio letto: il ritratto della mia mamma, una piccola madonnina fluorescente, un medaglione con incisa una madonnina, dono di Natale della Columbus dove fui operato anni fa. Un trio semplice, ma grande per me: è la mia dolce compagnia di notte che mi protegge, che mi veglia, che mi fa sognare. Luce tenuissima che mi illumina per tutta la notte, che mi guida tra sogno e realtà, che mi dà pace, serenità, amore. Luce tenue che mi aiuta a pensare, a meditare, a fare progetti, a risolvere problemi, ad avere ispirazioni: il dolce colloquio col mio “Io interiore”... La mia vita è tutta qui, nella lieve penombra di questa tenue luce: il resto è solo applicazione. Vedo poi passare per la mia mente immagini buone, immagini cattive di ogni giorno; mi risuona la gioia dei miei nipotini, vedo i miei figli
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vedo te, oh Maria, oh mio angelo biondo...
Quanto mi è dolce cullarmi così nella penombra di questa tenue luce di notte dolce fragranza di pace...di amore! Oh quale grazia di Dio!
Le due Marie
Maria, un nome molto comune, ma per me particolare: mia madre, bella, dalla chioma bianca: mia moglie, altrettanto bella, dai capelli biondi: entrambe grondanti di affetto per me!
L’una dal sorriso dolce, semplice, ingenuo; l’altra di volitiva personalità, ma egualmente buona, semplice. Tutte e due non si configurano il male, né sanno pensarlo. Parimenti mamme: vedono negli occhi dei figli la loro pupilla, nel successo dei figli la loro carriera nella vita.
Contadina l’una, medico l’altra: la cura della campagna per l’una, la cura del cuore sofferente per l’altra. Quale connubio ideale di vita e d’azione: di contemplazione della natura da una parte, di meditazione sulla sofferenza dall’altra!
Io sono al centro dei due affetti: vedo l’una che mi guarda dal cielo, vedo l’altra che mi assiste in terra: quale suprema gioia per me quale usbergo sicuro! Chi è più fortunato di me? Ma ne sono degno? lo qui taccio: parlano i fatti!
Mamma
Son trent’anni...mamma che non ti vedo...non ti sento non ti parlo... ti ho solo sognata qualche volta...; son trent’anni che t’accompagnai al cimitero... c’era tanta neve... tutta la strada era bianca... bianca come il tuo candore di sposa...di mamma...;
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