che quello che riceveva...: riconoscenza? non ci pensava... sapeva che pochi se la ricordano... il mondo è sempre stato così..: è il piacere di dare... questo che lo accontentava!
Ed i suoi rapporti con la famiglia? buoni nel complesso: amava a suo modo la mamma, con fasi alterne di bene e di rude... era fatto cosi...! Eppure dalla morte della mamma non ha avuto più pace... gli mancava il sostegno direi anche la guida...! Nei dieci anni di sopravvivenza a lei tutto un calvario di declino... di lenta, graduale demenza senile...: era solo un rudere... un macigno vuoto… non rimase che solo la figura! Per me, per mio fratello tutto egli stesso era per noi... era sempre lui il faro che ha illuminato il nostro cammino... il buono ed il burbero si fondevano...si potenziavano…; aveva le sue idee... ma lasciava anche libertà di fare e vigilava soprattutto... pronto ad intervenire...! Questo era il mio papà!
Nonno Oto
E’ sera...il tocco di campana suona l’Ave Maria... il sole all’occaso va a nascondersi dietro i monti come se avesse sonno anche lui…; aria tranquilla, ancora calda..., un alito di vento scuote i miei pini alla cui ombra mi sono adagiato per tutto il pomeriggio afoso...: sono qui solo a meditare su “Il Mondo di Sofia” che leggo con avidità come ai miei lontani anni di liceo: seguo con interesse l’evoluzione del pensiero umano del nostro essere, del divenire del passato, del presente... come presupposto del futuro. Vedo sulla strada avanti casa
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macchine veloci che passano... in campagna ora si va con la macchina! ‘ qualcuno mi saluta, altri tirano avanti… quando… eccoti un vecchietto carico di anni, radi capelli bianchi col suo bastone sulla spalla al cui estremo ha legato un involto di frutta, insalata, ortaggi che porta a casa per il pranzo serale...
Si ferma, si asciuga il sudore mi saluta, mi sorride domanda della mia salute di Maria, dei miei figli... mi sorride ancora mi risaluta con affetto come mi volesse benedire... riprende il suo cammino... col bastone sulla sua spalla...
Riprendo il pensiero di Locke... ma che...non riesco a capirmi... mi sembra di sognare... oh sì...quel vecchio è mio nonno il mio caro “Tatone Oto” il padre di mia madre... che ogni sera si ritirava così dalla campagna col suo bastone sulla spalla con l’involto delle “primizie” per il suo nipotino... Dolce cara visione... cari ricordi di un tempo che fu...! Passati ne sono di anni... sempre viva quella figura nella mia mente...: alto, magro, un po’ curvo col volto assolato rigato da rughe con i suoi capelli bianchi con le sue mani callose... semplice, calmo, solitario, buono solenne, ieratico nel complesso... nella sua giacca di velluto marrone. Lo vedo ancora lì... piantato in uno con la sua vigna sotto al pergolato davanti alla sua capanna ove dominava un alloro ed un grosso fusto di gelsi neri che mi facevano rosso da mane a sera nella faccia, nelle mani, nel vestitino!
Quante storie mi raccontava principi, cavalieri, damigelle... il Vesuvio, la cenere, la grandine... ed io a sentirlo incantato...: che tenerezza...
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