mentre lì accanto sull’aia mi risuonavano soavi, allegri i canti ritmati delle contadinelle, che sfogliavano le pannocchie, e che si sperdevano nei tramonti settembrini E poi...lì sull’aia a divorare, a sgranellare le saporose “spighe” arrostite sulla rossa brace...! Quanti cari ricordi... quanti canti di cose passate di fatti recenti... di storie, di fughe, di amori…, quanti visi allegri, semplici, cari... quante risate, quanto chiasso... quanti furtivi sorrisi che mi sussultano ancora!
Dolci ricordi di un tempo che fu... ora non si canta più in paese rare sono anche le pannocchie, solitarie sono tutte le strade... solo i rossi tramonti, tenui, limpidi mi allietano...mi conquistano ancora... mi danno pace...serenità… amore anche…!
La chioccia
Eppure la chioccia è sparita...: al mio paese, una volta tutto agricoltura, la chioccia era di casa...; ogni famiglia in estate aveva la sua chioccia che covava e poi cresceva i pulcini per il pollaio che di anno in anno si rinnovava... Grossa, gonfia, tronfia, superba era sempre la chioccia sia che covava le sue uova sia in mezzo alla sua nidiata...; era orgogliosa dei suoi piccoli e come li sorvegliava, li chiamava li ammoniva, li difendeva... col suo grande verso cavernoso che le veniva dal di dentro tanto pieno di afflato materno...; come s’indaffarava per portarli al pascolo, a procurar loro buoni bocconi... come lesta li chiamava a sè per collocarli quasi in bocca…. e poi si piantava lì... si accoccolava, apriva le sue ali... e lesti i pu1cini… lì al caldo nascosti tra tutto il suo corpo: simbolo unico, superbo dell’affetto di mamma...!
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Ora la chioccia non c’è più... al suo posto, sempre al paese, giganteggiano grandi baracconi con decine di migliaia di pulcini messi lì...in serie stretti, pigiati l’un l’altro senza alcun spazio vitale, a circolo d’aria condizionata, accecati di continuo da luce intensa senza alternanza di sonno e di veglia, abbuffati di continuo di alimenti speciali... e così in men d’un mese già adulti, già carne da macello...: ma che carne insipida, insapore… quasi senza ossa.… altro che pollo ruspante…! Come è crudele l’uomo...: distrugge la chioccia leva loro la mamma... ed affoga le povere bestiole in un benessere falso e posticcio come una droga... E’ la nuova tecnologia alimentare che tutto trasforma che tutto meccanizza senza alcun rispetto…per l’animale!
Crudele l’uomo per giunta anche con se stesso...: le manipolazioni genetiche, la regolazione della fertilità, la procreazione artificiale, la maternità sostitutiva, l’inseminazione post mortem...: sono tutti grossi, gravi problemi che l’uomo crea proprio contro se stesso....: anche l’uomo non ha più la sua chioccia la sua mamma...! Che venga il progresso, è giusto ed umano che esso avanzi... ma che poi sorpassi dei limiti... questo non è umano... è immorale piuttosto...! La natura, la morale, van rispettate!
Oh cara la mia vecchia chioccia come ti vedo ancora lì, sulla strada, che godevi del pigolio dei tuoi piccoli... vorrei ancora vederti così... voglio ricordarti ancora...; vedo ancora in te la mia mamma che come te mi accoglieva, mi riscaldava, mi proteggeva...: come te...anche Lei è. morta!
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