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18. Don Francesco Sannella, da S. Sossio Baronia, quarto Arciprete Parroco dal 1927 al 1937. Morto a S. Sossio, in pensione, nel 1942.
19. Don Giampaolo Mastrangelo di Rocco, sacerdote: recatosi in Canada nel 1957 ivi moriva il 27 ottobre 1972.
20. Don Achille Pizza fu Bartolomeo, da Caposele (AV): Vicario Adiutore o Sostituto dell’Arciprete Sannella in pensione, morto a Caposele il 1969.
21. Mons Rocco Staffiere fu Angelo: quinto Arciprete-Parroco di Anzano dal 20 agosto 1942, già Arciprete della Collegiata di Flumeri dal 1939 al 1942, rettore del Seminario Metropolitano di S. Andrea di Conza negli anni 1950-53, Delegato Vescovile ed Assistente Diocesano dell’Azione Cattolica Italiana, elevato a Cappellano del Papa nel 1973. P.
22. Antonio Mastrangelo fu Michele, dei Frati Minori Conventuali : trasferitosi negli Stati Uniti d’America, ivi vive ancora.
Rifacendoci al campo civile-amministrativo di Anzano, bisogna qui annotare due tappe importanti della sua vita.
- Nel 1860 Anzano divenne di nuovo Anzano degli Irpini e passò sotto la provincia di Avellino.
- Nel 1929 ridivenne Anzano di Puglia, ripassando alla provincia di Foggia assieme ad Accadia ed a Monteleone di Puglia.
Nell’immediato secondo dopoguerra, nel 1946, alcuni deputati avellinesi, desiderando riavere Anzano in provincia di Avellino, si rivolsero all’Amministrazione Comunale dell’epoca per chiederne il parere; fu risposto dall’allora sindaco, l’indimenticabile Geom. Rocco Iacoviello tanto bene amato dal popolo anzanese, dopo aver interpellato in proposito il Consiglio Comunale e gran parte della popolazione, con queste parole: «Ci consideriamo e siamo irpini, ma preferiamo restare con Foggia». Non è il caso di spiegare il perché di tale risposta...
Non vi sarebbe più altro da riferire che possa interessare la nostra storia, se non ci fosse un avvenimento luttuoso meritevole di essere riportato, uno dei ricorrenti fenomeni sismici della nostra terra, il terremoto del 1930.
Ricordo moltobene... Quella serata del 22 luglio era particolarmente bella, calda e calma; le stelle, una miriade di «punti d’oro e d’atomi d’argento», luccicavano nel firmamento ed i contadini stanchi della mietitura del grano, riposavano nei campi, sulle aie, presso i covoni.
Alle ore 1.05 un forte boato due fortissime scosse di terremoto fanno sobbalzare la terra dalle sue viscere, fanno crollare le case, portano ruina e morte in Anzano ed in molti altri paesi dell’Irpinia. Lacedonia, Aquilonia, Villanova del Battista, Zungoli ebbero con Anzano danni assai. gravi e molti morti.
In Anzano, in particolare, tutte le case riportarono danni, furono lesionate più .o meno gravemente, moltissime crollarono dalle fondamenta. I morti sotto le macerie furono 39, numero abbastanza basso in relazione ai danni ed alle case crollate, perché molti contadini dormivano in campagna, all’aperto, o nei pagliai che, una volta tanto si dimostrarono assai utili…La grande e massiccia chiesa. parrocchiale costruita agli inizi dell’800 crollò quasi completamente; del campanile mastodontico e della vasta segrestia non restò pietra su pietra; l’orologio pubblico installato sul campanile ed una campana della chiesa andarono polverizzati; la maestosa statua della Madonna di Anzano, che non era nella sua nicchia, ma era esposta a lato dell’altare maggiore, fu. guastata gravemente dalla caduta della volta della chiesa. Gli abitanti feriti più o meno gravemente, furono oltre duecento - lo stesso parroco del tempo, Don Francesco Sannella, ed il medico condotto, dott. Vito Fabiano, furono feriti alla testa ed in varie parti del corpo, - furono ricoverati in ospedali e molti bambini restati orfani furono raccolti in orfanotrofi di Foggia e provincia. Tutti i superstiti fummo sistemati nei campi, tende militari in baracche di legno, in pagliai. Una baracca in legno sistemata fra le altre sul suolo pubblico retrostante alla chiesa parrocchiale crollata, fu adibita a chiesa per la celebrazione dei sacri riti; due campane furono sollevate di poco dalla terra, su due tronchi di travi ciascuna.