I miei pini
Che spettacolo la mia pineta: un centinaio di alti fusti diritti, slanciati, robusti che svettano al vento la loro esile cima; che con lunghi rami degradanti verso l’alto formano un ampio cono verde che si eleva al cielo a strati irregolari, frastagliati quale pagoda cinese, dolce, accogliente, fragrante; che ti offrono a piene mani un’ombra, una frescura una serenità, una calma una tranquillità di spirito un delizioso riposo in un’oasi di verde!
Lunghi sono i rami che dal fusto si allungano a corona dintorno...; rami sempre più piccoli che si suddividono..; aghiformi sono le foglie che a ciuffi si attaccano allo stelo come i petali di un fiore...; larghi sono i rami come una palma punteggiata, bucherellata vellutata, delicata...; rami che si spandono a pioggia dintorno dolci, voluttuosi, prepotenti come se mi venissero incontro per parlarmi per darmi il benvenuto...! Rami di più alberi chi più lungo, chi più corto... che si contendono il loro spazio vitale conquistato con prepotenza: la legge del più forte vige anche in botanica! Rami che s’intrecciano tra loro... formano una barriera ai raggi del sole... che a loro volta s’infiltrano... e prepotenti, assalgono gli spazi con un gioco di luci dirette, riflesse, intricate in un labirinto di luccichii iridati...: quale simbiosi tra energia e vita, sintesi della materia vivente…! Rami che dondolano al vento come una vibrazione diffusa in un leggero fruscio di fronde...: tenera, dolce melodia
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che io sento in me pur con la mia sordità...! Quanto mi è dolce cullarmi così... in un fantasioso colloquio tra sogno e realtà con gli eroi delle mie letture del giorno...! Un vero ritorno alla natura come se portassi in me tutto l’Universo... quale spirito divino di un mondo che vive.
Sono solo con Maria... i miei vanno in vacanza altrove ove si è trasferito il frastuono della città che ti assorda, ti stanca, ti deprime... Eh sì, largo è là lo sciupio di inserti su inserti alle orecchie per un isolamento posticcio...artificiale...! E’ così...: io sordo, che sento, che godo con poco... essi che sentono, ma non sanno non possono sentire...godere... altro che relax...! E’ un paradosso anche questo…!
Gli alberi
Bravo è stato Nicola... in un attimo con la sua motosega ha abbattuto due pini... non li ha fatti soffrire... almeno! Alti erano, baldanzosi, forti prepotenti, belli che stormivano al vento come un sussurro lieve in una dolce melodia che variava, che ammaliava...: quanto mi erano cari! Ed ora giù a terra, stesi, inerti con i loro rami flosci, appassiti senza anima... solo il silenzio della morte: tutto tace dintorno anche gli altri pini sembra che piangano, anche l’erba dintorno è piatta mortificata... solo il rumore dell’accetta del bravo Nicola che taglia i rami..., solo il profumo della fresca resina che geme dalle tante ferite del legno tagliato di fresco che si spande dintorno... che ti acceca...
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